venerdì 27 aprile 2018

Clima da Guerra Fredda? Ritorno della rivalità tra americani e sovietici? Vediamo di capire...


Perché al tg hanno parlato di ritorno della Guerra Fredda?
Perché in Siria hanno usato le armi chimiche?
Ha fatto bene Trump ad attaccare!
Ma no che non ha fatto bene, ora cosa succederà?
Ma è vero, come dice qualcuno, che tra poco scoppierà la terza guerra mondiale?
Queste e molte altre sono le domande che hanno posto i ragazzi in queste settimane.
Si avverte molta curiosità, a volte anche una certa apprensione, ma il desiderio di saperne di più è diffuso.
Perché non ascoltarli?
Troppo piccoli per capire?
Non credo.
Occorre sicuramente far comprendere quanto la situazione sia complessa e quanta attenzione vada posta a tutto ciò che vediamo in tv, sul web o semplicemente ascoltando i commenti per strada, perché solo in questo modo i ragazzi potranno acquisire gli strumenti per farsi delle idee proprie e potranno soprattutto abituarsi a quello spirito critico che spesso dovranno essere in grado di dimostrare per comprendere a fondo le questioni che si troveranno a dover affrontare nel corso della vita.
Bene!
La prima cosa da fare è documentarsi bene per poter avviare una proficua discussione in classe, successivamente cercare di radunare le notizie provenienti da fonti diverse e talora frammentate, infine cercare di adeguare il più possibile la conversazione ad un livello comprensibile ed adeguato all'età dei ragazzi.

questi sono alcuni testi utilizzati,
in un'ottica di ampliamento
all'educazione alla legalità

La discussione può avere inizio.
I ragazzi, per prima cosa, riferiscono ciò che sanno (o credono di sapere) sulla guerra in Siria, quindi si chiarisce subito una questione poco chiara: la guerra in questo paese non è certo cominciata con l'attacco chimico di qualche settimana fa, bensì molto prima.
In effetti le immagini delle persone, specialmente bambini, sofferenti a causa del gas nervino sono ricorrenti nel brainstorming dei ragazzi, così vengono lette alcune pagine del  libro "Le guerre spiegate ai bambini" e si riflette sulle nuove modalità di combattere che potrebbero, in futuro, riguardare nuovi e pericolosi conflitti: guerre spaziali, chimiche, biologiche con l'ausilio di droni e perfino veri e propri robot.


Ma perché si parla tanto di ritorno al clima della Guerra Fredda?
Perché le potenze che intervengono l'una contro l'altra a sostegno di schieramenti armati diversi sono proprio Donald Trump, presidente degli Stati Uniti d'America, e Vladimir Putin, presidente della Russia, quindi si ritrovano nuovamente in contrapposizione le due grandi superpotenze che dettero origine alla storica rivalità che ha segnato tutta la seconda metà del secolo scorso, ovvero gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica.

Putin e Trump




Guardiamo, per prima cosa, questo video che presenta le dinamiche socio-politiche di questo martoriato stato del Medio Oriente e ne delinea allo stesso tempo un quadro storico ben comprensibile anche grazie a particolari effetti grafici:





La Siria, stato rientrante nella zona più ricca di risorse petrolifere e gas naturale del pianeta, è sempre stata una terra che ha attirato l'interesse di molte nazioni, tra cui la stessa Russia, con la quale da tempo intrattiene rapporti economici visto che compra proprio in questi territori il gas naturale per esportarlo in Europa Occidentale.
La Siria è stata uno stato politicamente instabile fino al governo di ASSAD (prima Assad padre, chiamato per esteso Hafiz-al-Assad, ora Assad figlio, chiamato per esteso Bashar-al-Assad ), che ha portato nel paese, laico, una certa modernità (ad es. l'uso di Internet, non certo consueto in tutti i paesi asiatici)

Assad padre e Assad figlio (attuale governatore in carica)

La guerra in Siria ufficialmente si fa risalire al 2011, anno in cui nel paese si manifesta la cosiddetta "Primavera Araba", cioè l'ondata di ribellione che a inizio secolo ha contraddistinto gli stati dell'Africa del Nord e del Medio Oriente in cui i popoli hanno richiesto ai rispettivi governanti maggior democrazia e riconoscimento dei diritti in genere, anche se i rapporti con alcuni stati vicini, ad esempio Israele e Iraq, erano tesi già da tempo, così come l'attenzione dell'Occidente, in particolare Francia, Gran Bretagna e ovviamente Stati Uniti, era viva praticamente fin da sempre.
C'è da dire, però, che le contestazioni ad Assad e le ribellioni popolari sono stati particolarmente cruenti in Siria e, fin da subito, si sono riscontrati arresti collettivi e reazioni particolarmente violente da parte dell'esercito.
Il paese penetra quindi velocemente nella GUERRA CIVILE con tutte le tremende conseguenze che essa provoca.
L'esercito combattente si divide al suo interno in varie frange, ad esempio il cosiddetto Esercito Libero Siriano (ELS), di impronta laica, e le frange di matrice islamica, tra cui ha preso campo il terribile ISIS, formazione proveniente da Al-Qaeda, ma composta da integralisti islamici che sono soliti compiere azioni talmente efferate che la stessa Al-Qaeda pare non riconoscere.

il nome ISIS indica infatti i luoghi di nascita
e la richiesta di uno stato islamico globale
ISIS = Islamic State Iraq Siria

Nel libro "L'Isis spiegato ai bambini"
si trova l'idea di stato islamico che l'Isis vorrebbe raggiungere

In una situazione fragile ed instabile come quella siriana, l'Isis era riuscito ad ottenere il controllo di diverse zone, prima tra tutte Raqqa, esattamente come era avvenuto in altri paesi martoriati da guerre civili, come Libia o Iraq, ma sia gli eserciti russi che quelli statunitensi sono intervenuti in Siria (così come era avvenuto da parte americana negli altri contesti) per respingere l'avanzata del radicalismo islamico e i risultati non si sono fatti attendere: l'Isis è stato respinto in Siria, tanto che la sigla che contraddistingue questa falange armata non è più Isis, bensì solo IS (Islamic State).

E gli Stati Uniti d'America avranno la loro parte anche nella guerra siriana, tanto da prendere una posizione opposta a quella russa - per questo motivo i media parlano tanto di ritorno a clima da Guerra Fredda -
Già fin dalla presidenza di Barak Obama (presidente americano predecessore dell'attuale Donald Trump), gli Usa si sono schierati a sostegno dei ribelli di Assad, in opposizione alla Russia di Vladimir Putin da sempre a sostegno del governatore Assad.
















L'appoggio è, ovviamente, continuato con Donald Trump che più volte ha minacciato di attaccare la Siria per opporsi ad Assad che, a suo dire, sta scatenando una guerra con l'utilizzo delle terribili armi chimiche con lo scopo di placare i ribelli, terrorizzando la popolazione con terribili attacchi come quelli al gas nervino avvenuti lo scorso anno (da qui l'intervento armato americano) e poche settimane fa (da qui il nuovo intervento americano, stavolta sostenuto da Francia e Gran Bretagna, grazie all'appoggio del presidente francese Emmanuel Macron e della premier inglese Theresa May).


Ma quali sono i possibili scenari?
Come potrebbe reagire la Russia a questo attacco missilistico di Trump avvenuto nella notte tra il 13 e il 14 aprile 2018?
Il mondo deve tornare a tremare come ai tempi della Guerra Fredda?
Non dimentichiamoci che in guerra scattano i meccanismi delle alleanze tra stati che tengono una linea comune e stati che si pongono obiettivi diametralmente opposti, esattamente come abbiamo letto nelle pagine del libro di storia.
E quali sono gli schieramenti della guerra in Siria?


In breve, queste sono le posizioni e le principali nazioni coinvolte nella guerra:
- schierati con la Russia sono Cina ed Iran
- schierati con Stati Uniti sono Gran Bretagna, Francia, Israele e Arabia Saudita.
In più è intervenuta anche la Turchia in posizione un po' anomala perché interessata al perenne conflitto con i Curdi, popolazione che vive al confine siriano e a cui la Turchia si è da sempre dichiarata ostile.  

Una guerra che assume dimensioni moto ampie quindi.
Ma cosa si prospetta in futuro?
Torneremo davvero ad un clima di Guerra Fredda, per non dire che - in effetti - ci siamo già arrivati? 
La sfera di cristallo per prevedere cosa avverrà non ce l'abbiamo, ovvio, ma la volontà di comprendere cosa sta avvenendo intorno a noi sì ed essere cittadini attivi vuol dire cercare di osservare ciò che succede nel mondo e farlo in modo attento e il più possibile con spirito critico.



Dobbiamo vigilare sulle notizie, stare attenti alle fonti che le diffondono e, anche in una situazione così tragica come la guerra, non cercare a tutti i costi di dividere il buoni dai cattivi perché una vera linea di demarcazione neanche esiste.
L'unica certezza sono le vittime innocenti: in Siria sono morte 500.000 persone e 8 milioni sono i profughi. Cifre impressionanti.
E, a proposito di certezza delle fonti, purtroppo in rete (e non solo) finiscono anche tante "fake news", capaci di pilotare e manipolare l'opinione pubblica meno attenta, ed esse non risparmiano certi le situazioni di guerra, anzi...
Sentite le parole pronunciate da un famoso accademico statunitense, Robert Kaplan, a proposito della attuale diffusione delle fake news in occasione di conflitti:

"La guerra delle parole non uccide come quella col gas nervino, ma ha effetti della intossicazione della opinione pubblica ancor più gravi in un'epoca dominata dalla frammentazione delle fonti di informazione [..] La disinformazione diffusa in tempo di guerra per demoralizzare il nemico ha una storia secolare, ma una campagna di questa intensità è senza precedenti. Vincere la guerra mediatica diventa importante quanto e forse più che vincere quella sul campo".

Parole molto forti che ci ammoniscono a vigilare sempre su ciò che quotidianamente osserviamo o leggiamo nei media o nei social network.
Quindi, estrema attenzione!

 

Prof, ma l'Italia in questa situazione di guerra che cosa farà?


Come la pensa il nostro paese sulla guerra?
Per rispondere a questa domanda non c'è pericolo di fake news: l'Italia ripudia la guerra e la fonte è certissima perché lo dice la nostra Costituzione all'art. 11!
Notate la parola "ripudia": l'Italia non semplicemente rifiuta, bensì aborre, respinge con decisione la guerra.
Noi sappiamo quanto siano stati attenti i membri dell'assemblea costituente alla scelta delle singole parole da inserire nella carta costituzionale, e per loro che la guerra purtroppo l'avevano pesantemente subìta, l'importante era mettere per scritto che non si dovesse ripetere per nessun motivo la terribile esperienza vissuta.



Gino Strada, medico fondatore di Emergency, che si occupa di assistere i feriti nelle zone di guerra, afferma queste frasi che possiamo definire non semplici frasi ma pure "verità", poi proviamo a commentarle:

"Le guerre appaiono inevitabili sempre, quando per anni non si è fatto nulla per evitarle. Esse sono malattie da curare"
"Se l'uomo non butterà fuori dalla storia la guerra, sarà la guerra che butterà fuori l'uomo dalla storia"



Leggiamo e commentiamo anche una poesia del poeta tedesco Bertold Brecht, scritta in occasione della seconda guerra mondiale, ma purtroppo sempre estremamente attuale...


Leggiamo e riflettiamo  infine una lettera scritta da Andrea Masciaga su un famoso social netwotk e indirizzata ai ragazzi che soffrono in Siria:


Sembrano stelle cadenti e invece no, sono missili.
Missili che viaggiano sulla testa delle persone: uomini, donne, bambini e ragazzi come me.
Penso.
Penso a tutte le volte che mi sono lamentato per un lunedì di scuola troppo pesante.
Penso alle volte che ho detto: che barba questo, che barba quest’altro!
Penso a chi si lamenta perché non ha l’ultimo modello di Smartphone.
Penso a chi inneggia alla guerra, all’odio e al razzismo.
Penso a tutte le volte che perdo tempo in cose inutili.
Penso alla fortuna che ho di tronare a casa la sera, trovare una madre e un padre che mi vogliono bene, un piatto caldo e un letto in cui riposarmi.
Penso alla fortuna che ho di studiare in un paese che, nel bene o nel male, mi dà l’opportunità di pensare a modo mio.
Penso alla fortuna che ho di fare sport, conoscere persone ed emozionarmi.
Penso alla fortuna che ho di condividere il mio tempo con una donna che mi ama.
Poi riguardo le foto e penso a te, fratello, che non hai tutte queste fortune, che è un miracolo se vedi la luce del giorno, che di studiare hai smesso da tempo.
Penso a te che vorresti scappare ma non ci riesci, penso ai tuoi genitori che magari non vedi da tanto tempo.
Penso alla tua terra, ai profumi che sentivi e che ora non senti più, coperti dall’odore del fumo.
Penso a te che non ti emozioni da un po’.
Penso e ti penso.
Ti sono vicino con il cuore e con le idee.
Dovremmo imparare a guardarci dentro, a guardarci indietro e a capire quanta fortuna di vivere abbiamo ogni giorno.






Affinché non ci siano più bambini morti per conflitti con cui non hanno nulla a che fare...





Affinché non ci siano più profughi costretti a vivere nei campi di accoglienza perché non hanno più un posto dove vivere...




Affinché non ci siano più case distrutte dalle bombe...


 

NOI DICIAMO NO ALLA GUERRA!



disegno di Daniele
disegno Daniele versione a colori


scritta in un muro di una casa crollata in Siria
in cui si legge "alla fine questa guerra finirà
e io potrò tornare a scrivere poesie"














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