lunedì 22 gennaio 2018

Ugo Foscolo e quello spirto guerrier ch'entro ci rugge

Premessa

Chiarisco subito che, a mio parere, fare storia della letteratura nella scuola secondaria di primo grado serva a poco, per non dire a nulla.
Preciso però che utilizzare la letteratura e i testi letterari per far sviluppare competenze linguistiche, orientative e relazionali nei ragazzi di tale fascia d'età serva eccome.
I percorsi di letteratura che ho scelto di seguire rientrano nell'ottica appena precisata, o almeno l'intento è stato quello, ed i riferimenti pedagogici presi a modello sono il Reading and Writing Workshop, metodologia statunitense introdotta in Italia dalla docente Jenny Poletti Riz che per prima l'ha sperimentata nelle sue classi di scuola secondaria di primo grado, e le pratiche di Orientamento narrativo delineate, in particolar modo, dai professori Simone Giusti e Federico Batini.
I testi letterari, come precisano proprio Simone Giusti e Federico Batini, non solo sono in grado di stimolare l'immaginazione del lettore, bensì sono utili per esplorare nuovi mondi, negoziare la propria identità, il proprio ruolo sociale, comprendere le altre persone e noi stessi, realizzando quelle life skills indispensabili non solo nella scuola, ma nel corso di tutta la vita.
La modalità laboratoriale è quella che meglio si adatta ad un simile approccio perché, citando le stesse parole di Jenny Poletti Riz tratte dal suo libro Scrittori si diventa, "il laboratorio di scrittura è un modo per dare significato all’insegnamento dell’italiano è una comunità di lettori/scrittori che si immergono nella letteratura, dedicano tempo alla scrittura, scoprono e sperimentano tecniche, si confrontano, fanno feedbach, compiono scelte, trovano piacere in ciò che leggono e scrivono" e se il docente tiene a mente questi capisaldi è più facile che gli obiettivi che si era prefisso di realizzare riescano a concretizzarsi.
Del medesimo libro riporto anche questa frase che ho considerato la base di partenza di tutto il lavoro, e di altri simili che a questo seguiranno: "gli studenti vivono nella letteratura e sono invitati a 'fare' con la letteratura. Particolare attenzione viene posta all'attualizzazione delle tematiche presenti nelle grandi opere della nostra letteratura in modo che gli alunni possano percepirne tutta la freschezza e la modernità".
Per realizzare il percorso ho infine preso numerosi spunti dai lavori effettuati in classe dalle docenti che già da tempo sperimentano la metodologia del Writing and Reading Workshop, in particolare dai lavori di Silvia Pognante, Sabina Minuto e Loretta De Martin, docenti che sentitamente ringrazio, così come ringrazio Manola Alfredetti che per prima, grazie alla sua professionalità, ha incoraggiato il mio cammino verso una didattica il più possibile attiva e costruttivista.

"Immergiamoci" nella conoscenza di Ugo Foscolo:
chi era? In quale epoca visse? Com'era?

Primo passo: facciamo conoscenza con Ugo Foscolo, primo autore che incontreremo nel nostro percorso letterario. 
Anzi no... prima ancora di "incontrarlo", un "quick write", una scrittura veloce su ciò che vi aspettate dalla letteratura che studieremo quest'anno: a cosa potrà servirvi? credete che vi annoierà o vi stimolerà? perché?
5 minuti al massimo.
Condivisione di altri 5 minuti circa, quindi cominciamo.
Ecco una linea del tempo in cui collocheremo Ugo Foscolo, inserendo anche gli altri due autori che incontreremo nei prossimi mesi e che sono, più o meno, vissuti nella medesima epoca: Giacomo Leopardi e Alessandro Manzoni.







 


Siamo a cavallo tra 1700 e 1800, come possiamo ben vedere dalla nostra linea.
Quali importanti eventi storici ha avuto modo di vivere il nostro autore?
Con quali personaggi in ambito politico è potuto entrare, anche indirettamente, in contatto?
A piccolo gruppo, predisponendo i banchi ad isola o lavorando in modo collaborativo con i compagni vicini di banco, proviamo a rispondere sul quaderno a queste domande, poi leggiamo velocemente le notizie biografiche su Foscolo ed estrapoliamo al massimo 3/4 avvenimenti principali di tutta la sua vita.






Quali connessioni possiamo fare con la sua vicenda biografica? Quali personaggi abbiamo già incontrato che hanno dovuto affrontare il dolore dell'esilio? E discutiamo su analogie, differenze, riferimenti alla nostra epoca, alle vite nostre e a quelle degli altri...

Ma adesso torniamo ad Ugo Foscolo: vediamo fisicamente com'era e che carattere aveva.
Non ci sono fonti in grado di fornire tali notizie dite? Vi sbagliate clamorosamente...
Intanto all'epoca non esistevano foto, è vero, ma i ritratti che venivano eseguiti erano pressoché perfetti e i ritrattisti di un certo livello venivano ingaggiati per immortalare l'aspetto dei grandi personaggi ricevendone pure lauti compensi, vedete voi!
Questo, ad esempio, è uno dei ritratti più famosi di Foscolo, un dipinto ad olio di Francois Xavier Fabre, ritrattista francese tra i più quotati dopo l'ineguagliabile Jacques Louis David, ritrattista di fiducia di Napoleone e autore anche della celebre Morte di Marat vista lo scorso anno.


Non ve lo aspettavate così, vero?
Anche perché, come avete avuto modo di leggere nelle informazioni autobiografiche, di donne ne ebbe davvero tante e, a vederlo così, non sembra affatto un Adone...
Questo vi dovrebbe però insegnare che la bellezza non è tutto per avere successo, quindi cercate di puntare su altre doti quali sensibilità ed intelligenza! ;-)
Ma non c'è solo questo ritratto a mostrarci com'era fisicamente Ugo Foscolo.
Egli, infatti, ha scritto un sonetto (ricordate vero? 14 versi endecasillabi, due quartine e due terzine...) in cui descrive dettagliatamente il suo aspetto fisico e il suo carattere.
Sfido chiunque a rintracciare una fonte più attendibile di questa!
Ecco il sonetto "Il proprio ritratto":

Tornando con la disposizione dei banchi ad isola, individuate il significato delle parole del sonetto, sottolineando quelle che vi sembrano più difficili da comprendere.

Aiutatevi con il dizionario e tentate in modo autonomo la comprensione del componimento.
A fine lavoro condivideremo le vostre spiegazioni e qualsiasi dubbio verrà chiarito in tale sede, così come discuteremo insieme sugli aspetti della personalità dell'autore che avete trovato più interessanti.



Come sempre, tenete a mente che nei lavori cooperativi di questo genere verrete osservati secondo i criteri di valutazione che conoscete e che abbiamo condiviso, oltre al fatto che dovrete mettere per scritto delle annotazioni "metacognitive" su come e perché avete svolto questo lavoro.  





Bene.
Adesso siamo giunti alla parte che metterà direttamente in contatto la vostra vita con l'opera appena letta e scritta diversi secoli or sono.
Come?
Facendo sì che anche voi facciate un po' quello che ha fatto Foscolo, ovvero scriviate una vostra composizione poetica, seguendo il sonetto come modello, e presentando le vostre caratteristiche fisiche e i vostri aspetti caratteriali degni di nota.
Ovviamente stavolta il lavoro va svolto individualmente, ma sia la prof che i vostri compagni possono darvi consigli e suggerimenti in caso ne abbiate bisogno, così come siete abituati a fare durante le sessioni di laboratorio.
A seguire, annotazioni metacognitive sull'attività svolta: cosa abbiamo fatto? Cosa hai compreso da questo lavoro? Cosa ti è risultato facile o difficile? Le tue risposte, come sai, dovranno essere motivate.

    autoritratto di Alessio


Faccia piena di "montagnette", occhi color cielo,
capelli biondi con sfumature castane, oneste guance,
lunghe basette, labbra sottili e denti scomposti,
testa alta, collo non molto proporzionato, petto imponente;


corporatura proporzionata alle mie lunghe gambe,
vestiti semplici e sportivi, veloci pensieri e discorsi,
sensibile, leale, altruista, generoso e simpatico, voce da basso.
Sono sempre buono verso gli altri, ma a volte finisco per fargli male.


Veloce e onesto nelle parole e nelle azioni,
ogni pomeriggio mi sento solo, ma anche felice,
preparato, sensibile, altruista, pensieroso e testardo;


ho sia difetti che pregi, credo.
Le mie azioni hanno scelto di seguire la gentilezza,
spero che le mie azioni gentili vengano ricompensate.

autoritratto di Luca

Un uomo alto
dagli azzurri occhi
dal penetrante sguardo
e dal biondo capello.

Magro e snello
che ama viaggiare
ridere e sognare
disponibile con gli altri e gli altri con me.

In questo momento in lotta con se stesso
pieno di euforia e voglia di fare
determinato e determinante.

Dal modo spavaldo
all'apparenza eccessivo
ma dentro l'animo il cuore è candido

autoritratto di Maria

Lunghi capelli con punte dorate,
candido volto, occhi color nocciola,
labbra rosee e grandi,
bianchi denti e sopracciglia lunghe e nere.

Passi pesanti e allo stesso tempo leggeri,
agitata, iperattiva e vivace nei lunghi pomeriggi invernali.
Giocherellona con gli altri
e gli altri scherzosi con me.

Impaurita dal mondo,
il mondo difficile e generoso,
do amore a chi amo, rinuncio a sfizi per donarli a mia sorella.

Riecheggio di sogni e speranze
perseverante nell'arrivare al mio obbiettivo:
condurre una vita libera e felice.

autoritratto di Nadia

Ho i capelli a caschetto castani
le labbra carnose e ben proporzionate
gli occhi grandi marroni con striature verdastre
e il naso alla francese

I miei vestiti sono semplici e sportivi
sono alta e abbastanza magra
sono tenace, introversa e intelligente
molto sensibile e diretta con gli altri

Non sono molto serena, sono pensierosa
ma sempre attenta a ciò che mi accade intorno.
Sono realista e poco sognatrice.

Sono forte e caparbia all'apparenza
ma nel profondo abbastanza fragile.
La mia forza? La mia famiglia


autoritratto di Riccardo S.


Capelli biondi, occhi verdi
lineamenti dolci, viso regolare
corporatura proporzionata
labbra sottili e naso piccolo

modo di vestire elegante
jeans e felpa sportiva
un carattere coraggioso
ma delicato nel cuore

molto simpatico, scherzoso
divertente
anche se alcune volte timido.

Un ragazzo buono
un po' disordinato
ma unico in tutto il mondo.





autoritratto di Ginevra

capelli lunghi e lisci, occhi marroni sfumati di verde
aspetto semplice, naso importante
labbra sottili e chiare,
corporatura magra e statura alta

vestir semplice ma elaborato,
pensierosa fino all'osso,
carattere lunatico e indeciso,
la rabbia non ci mette tanto ad arrivarmi:

o mi mordo la lingua o non la lego proprio.
Le domande e i dubbi dei giorni mi assalgono,
l'indecisione fa parte di me.

I pregi ci sono, i difetti abbondano.
Desidero  il cambiamento con furore
però anche con timore.




RIFLESSIONI  METACOGNITIVE...

annotazione metacognitiva di Ginevra 
annotazione metacognitiva di Sofia M.






Proseguiamo a parlare di Foscolo e di quanto certi autori del passato possano risultare moderni e vicini ai nostri modi di pensare, altroché figure noiose e astratte dentro i nostri libri di testo!
Il prossimo sonetto che leggeremo sarà un omaggio al momento della giornata in cui calano le tenebre e ci si appresta a ottenere riposo da tutte le fatiche del giorno: il suo titolo è Alla sera.
Leggetelo e fate una riflessione "a caldo", senza parafrasi, cercando di riflettere su quello che, secondo voi, vuole trasmettere il poeta e sulle sensazioni che ti ha provocato la lettura del sonetto






riflessione di Nadia 


Come avete già compreso da soli, il poeta dice di avere cara la sera perché è il momento in cui sente di raggiungere la pace, paragonandola addirittura alla tranquillità eterna della morte ("fatal quiete").
Foscolo non crede in un'aldilà felice, nel Paradiso per intenderci, perché parla di morte come "nulla eterno", perciò il suo gradire la sera a ricordo della morte non ha nulla di religioso: a lui piace pensare ai momenti di serenità, perfino di serenità estrema dopo la cessazione della vita, perché la sua esistenza la sente tormentata da tante preoccupazioni e pensare al momento in cui esse finiranno lo fa sentire bene.
Pensate come si doveva sentire quest'uomo!
Un idealista, un amante della patria  che si trova costretto a dover abbandonare per sempre a causa decisioni politiche ritenute profondamente ingiuste, un uomo che si vede costretto a lasciare i suoi affetti familiari spesso neanche per sua volontà (pensiamo alla condizione di orfano e ai fratelli morti suicidi), ad un eterno amante senza mai una figura fedele e rassicurante al suo fianco.
Il suo "spirto guerrier" dentro "rugge": notate le parole forti che usa!
Il suo animo è tormentato, sembra voglia fare guerra con il mondo e il mondo con lui, ricordate come si descriveva nel sonetto precedente?
Ma la natura lo fa stare meglio, vedete, sembra placare la sua sofferenza interiore. 
Il momento in cui scende la sera è piacevole, i venticelli freschi lo sono, ma anche l'aria più fredda e le ombre che si allungano gli provocano delle sensazioni gradevoli.
Non capita anche a noi di provare questi sentimenti?
I venticelli estivi della sera, ad esempio, sono piacevolissimi!
Ma anche se non siamo amanti della sera come Foscolo, ci sono dei momenti della giornata che ci piacciono particolarmente, oppure ci sono degli aspetti naturali o di qualsiasi altro genere che ci fanno stare bene e ci fanno accantonare le piccole/grandi preoccupazioni di ogni giorno.
Vi state già immaginando che cosa vi chiederò?
Io credo di sì...

Seguendo il modello della poesia "Alla sera" di Foscolo, provate a spiegare cos'è che viene sì caro a voi, cos'è che vi fa stare davvero bene.
Cercate di motivare la vostra scelta e spiegate come sentite che i vostri pensieri negativi piano piano si dissolvono mentre vi trovate immersi in ciò che vi dà conforto e sostegno.
Seguite questa impostazione: vi sarà di aiuto nella composizione del vostro elaborato.

Specificate subito la cosa che vi è gradita (Mi sei caro/a.....) ;
chiarite subito il motivo della vostra scelta (perché...)
andate sul particolare e spiegate come la cosa di cui state parlando vi fa placare i pensieri negativi e le preoccupazioni.

Lavorerete in modo individuale e potrete scegliere di comporre il vostro testo in poesia oppure, se preferite, in maniera più discorsiva utilizzando la prosa.
Vi raccomando infine di far precedere la stesura dell'elaborato da una prescrittura in cui chiarirete le sensazioni che vi ha trasmesso il sonetto di Foscolo, in cui dichiarerete se vi sentite vicini o lontani dalla idea di sera che ha il poeta, quindi concludere le vostre riflessioni anticipando l'argomento di cui intenderete parlare nel testo che vi accingete a produrre. Altresì, a fine lavoro, scrivete se avete trovato l'attività utile o meno, se lavorare prendendo un sonetto di Foscolo a modello vi ha fatto riflettere su voi stessi e vi ha fatto comprendere meglio i sentimenti che provava l'autore stesso.







Al calcio (Giulio)
Mi sei molto caro, o calcio, perché quando sono in campo e gioco mi diverto in ogni momento, anche quando sbaglio un goal.
Quando sono in campo mi posso sfogare e scaccio la noia di torno.
Tu calcio sei il mio passatempo preferito, sei lo sport che amano tutti.
Mi piace quando sento che tutti fanno il tifo per me e soprattutto quando faccio goal.
Posso fare amicizia con i miei compagni di squadra, sia se sono più piccoli sia se sono più grandi di me.
Grazie davvero calcio. Ti devo tutto.


Al mare (Elena)
Mi sei molto caro, o mare, perché mi fai rilassare e divertire.
Mi fai stare meglio e riesco a sentire il tuo rumore anche quando non ti vedo.
Mi sento sempre a casa quando ci sei tu, sono nata in un posto di mare e forse per questo è normale che ti adori perché mi hai accompagnata fin dalla nascita.
Sei il mio luogo.
Sei sempre nel mio cuore.
Di te non ne avrò mai abbastanza.
Sei tutto ciò che ho e che vorrei avere per sempre.
E' grazie a te se ho stretto magnifiche amicizie e ho passato giornate indimenticabili.
Sono sempre stata ad ascoltarti e tu ad ascoltare me.
Hai asciugato le mie lacrime quando c'era bisogno.
Nel bene e nel male rimarrò sempre legata a te


Al sonno (Ginevra)
Mi sei caro, o sonno, perché anche quando la rabbia si impadronisce di me riesci sempre a domarla.
Quando, dopo uno scoppio di ira, mi stendo sul letto e mi rannicchio con gli occhi bagnati, io ti cerco e tu non tardi ad arrivare e la mia rabbia finalmente si quieta.
Al risveglio sento ancora la striscia lasciata dalle lacrime ormai asciutte sul mio viso e gli occhi ancora arrossati mi fanno sentire come se la tempesta fosse appena passata






Un'ultima attività, stavolta da svolgere a piccolo gruppo.
Siccome il sonetto "Alla sera" è inserto nel libro di testo, provate a scriverne la parafrasi sul quaderno consultandovi in caso di incertezza (e facendo anche ricorso alla prof ma solo in caso di estremo bisogno...) e leggendo con attenzione le note che vi faciliteranno il lavoro.
Infine leggete una "Fantaintervista" al poeta, scritta da un alunno di terza media di un  istituto comprensivo delle Marche, in cui si parla proprio dei motivi e delle immagini descritte nel sonetto in modo un po' diverso rispetto a come queste tematiche le hai viste presentate nel manuale di studio.
Qui il link:
A conclusione di entrambe le attività, al solito, condividiamo il lavoro svolto e focalizziamo le difficoltà e i punti di forza che abbiamo riscontrato.






Leggiamo infine questa poesia di Vincenzo Cardarelli, intitolata Gabbiani, in cui il poeta parla di un suo contrasto interiore, quello tra desidero di quiete e vita travagliata. Non ricorda ciò che dice Foscolo stesso? Non ricorda ciò che a volte proviamo anche noi? Discutiamone.


Ma non è tutto. Vi ho detto in realtà una piccola bugia: non si tratta dell'ultima attività che faremo su Ugo Foscolo perché dovremmo leggere ancora un ultimissimo sonetto, ma quella lettura ci servirà per introdurci in un nuovo argomento e per fare la conoscenza di un altro grande autore che è vissuto nella stessa epoca (ricordate la linea del tempo inziale, vero?): Giacomo Leopardi.
Ma ogni cosa a suo tempo...













martedì 2 gennaio 2018

Non solo seduti al proprio banco...

Questo post, in realtà, vero e proprio post di un argomento specifico non è, ma mi va di pubblicarlo lo stesso.
O meglio, più che di un aspetto affrontato in classe, vuole parlare di alcune modalità didattiche a mio parere altrettanto efficaci, e per certi pure più efficaci, rispetto a quelle a cui siamo abituati ad utilizzare fin dalla notte dei tempi.
Non mi dilungo sui lavori di gruppo a cui tutti, bene o male, facciamo ricorso pure a volte in modo un po' troppo approssimativo (sì, perché se si vuole veramente parlare di cooperative learning e di modello Jigslaw, eccome se vanno considerate attività complesse!), e non è mia intenzione parlare di innovazione didattica tramite strumenti tecnologici, perché essi altro non sono che dei mezzi, per quanto di sicuro accattivanti e vicini all'immaginario giovanile, su cui dover impostare una progettualità precisa e rispondente a obiettivi concreti (della serie: cosa voglio che i miei ragazzi imparino? è utile che questa cosa la facciano in formato digitale? Sì? Bene! No? Allora utilizziamo pure la modalità tradizionale che sarà meglio per tutti!).
Vorrei invece riflettere sul fatto che i ragazzi vanno il più possibile stimolati a pensare e a divenire autonomi e consapevoli dei loro processi individuali di apprendimento.
Le famose lezioni sul metodo di studio hanno senso se proponiamo solo una strategia, magari rispondente a quella più consona per noi?
Congeniale per me, non significa congeniale per tutti.
C'è chi studia con le mappe e chi prende appunti suoi su carta; c'è chi sottolinea e trasferisce una sintesi dei contenuti sul quaderno e chi, invece, il quaderno non lo considera proprio e studia solo dal libro; c'è ancora chi con i video si trova molto bene, mentre altri preferiscono esclusivamente lo studio tradizionale dal libro di testo.
E allora? L'importante è che ognuno sappia qual è il suo sistema ottimale di lavoro.
E noi docenti dobbiamo proporre un po' tutte queste modalità: insegnare a fare mappe, a elaborare sintesi, a prendere appunti, a ricercare fonti certe dal web per rinforzare certi contenuti, a conoscere e comprendere bene i manuali su cui vengono studiati i vari argomenti.
Comunque... torno al punto altrimenti mi dilungo troppo, ritengo che i ragazzi possano esprimere le loro competenze non solo con attività più canoniche con le quali ogni giorno sono chiamati a misurarsi, bensì anche con modalità di lavoro che escono un po' fuori dalle impostazioni strutturate e per certi versi rassicuranti (più per noi insegnanti che per i nostri studenti).
La modalità vincente, secondo me, è quella laboratoriale in cui i ragazzi sono attivi e protagonisti assoluti dei loro autentici processi di apprendimento, di quei saperi, per intenderci, che non spariscono subito dopo l'interrogazione, ma che rimangono come abilità acquisite da saper utilizzare quando lo richiede l'occorrenza.
In questo senso il metodo statunitense del Writing and Reading Workshop, importato in Italia dalla docente di scuola secondaria di primo grado Jenny Poletti Riz e sperimentato da un numero sempre più crescente di insegnanti in tutta la penisola, rappresenta una modalità laboratoriale eccellente per il conseguimento dei sopraesposti obiettivi.



I ragazzi sono realmente attivi nel loro processo di apprendimento, scelgono cosa scrivere e ciò appare molto più motivante ed intriso di senso, imparano le tecniche di lettura/scrittura basandosi su testi modello e strategie proposte da docente e al bisogno le sanno utilizzare nel modo opportuno. Una metodologia rivoluzionaria nella sua semplicità. Comincerò a sperimentarla con maggior incisività dal prossimo anno scolastico perché nel corrente ho avuto in parallelo due classi terze e, specie per il Writing Workshop, i tempi per una sperimentazione efficace sarebbero risultati troppo stretti.
Con il Reading Workshop, invece, sono stata più costante e la sua potenza è innegabile.
Bandito tutto ciò che può far odiare la lettura, dalla scheda del libro alla lettura di libri imposti, e privilegiato tutto ciò che consente autonomia di scelta, applicazione di oculate strategie di lettura e ricerca di accattivanti modalità di sintesi ed esposizione.
I ragazzi hanno a disposizione una vera e propria biblioteca di classe che spazia nei vari generi letterari (vi compaiono anche i potentissimi albi illustrati, certo, a cui si dedicano sessioni di lettura da svolgersi anche interamente in aula) e ad essa attingono liberamente per curiosare e leggere il libro che ritengono più congeniali.
A fine lettura, in giornate scelte collettivamente o, meglio ancora, quando lo desiderano, i ragazzi espongono ai compagni i libri letti esattamente come si trattasse di una conversazione all'interno di un circolo di lettura, creando le condizioni per una autentica comunità di lettori che legge volentieri e che non teme errori o valutazioni negative.
Questo il filo conduttore dell'attività:
- parlare del libro letto in pochi minuti;
- cercare di raccontare curiosità ed episodi che invogliano i compagni a leggere il libro;
- rispondere con competenza e precisione alle domande sul libro che pongono i compagni;
- leggere una frase del libro o una parte che è rimasta particolarmente impressa;
- assegnare un voto numerico al libro letto, motivando la valutazione e soffermandosi sui punti di forza e sui punti deboli del testo.

cartellone esposto in classe con le regole del Book Talk e le frasi estrapolate dai libri letti

 
Filippo, Giulio B., Giacomo e Gabriele V. conversano sui libri letti
(La notte, Trevor, Hemingway e il ragazzo che suonava la tromba, Due lune)
il resto della classe ascolta e pone domande

Nadia, Riccardo e Marco con Harry Potter, Il nido e Radio Londra


Con questa strategia didattica i ragazzi leggono spesso e volentieri.
Si tratta di lettura che svolgono soprattutto a casa, nei tempi e modi che desiderano, ma anche in aula, nei tempi un po' meno liberi (in orario assegnato) e nei modi abbastanza che preferiscono (seduti al proprio banco o per terra).

 
Icham, Vanessa e Gabriele preferiscono rimanere seduti al loro banco...

 
Giacomo, Alessia, Ginevra, Filippo, Paras, Giuseppe ed Eugenio preferiscono stare a terra

Ecco il perché del titolo del post, "Non solo seduti al proprio banco..."
Non sono gli arredi, certo, che cambiano il modo di fare scuola, ma anche il setting ha la sua parte di responsabilità.
E quando la lettura in classe "prende" così tanto, si possono anche superare le pareti dell'aula per finire a ritrovarci tutti insieme al cinema a vedere un bel film con protagonista uno dei nostri eroi: qui siamo in sala ad assistere alla proiezione di Wonder, in un pomeriggio di vacanze natalizie per giunta!
Quando si dice l'importanza della motivazione e della condivisione...





 




Ma la lettura non avviene solo in modalità silenziosa o individuale: in aula il docente legge ad alta voce un testo il più possibile adeguato alla classe ed i ragazzi mettono in pratica svariate strategie di ascolto.
Lo scorso anno fortunatissima è stata l'esperienza basata sui Racconti del terrore di Edgar Allan Poe e sul libro La meravigliosa macchina di Pietro Corvo di Guido Quarzo; quest'anno a breve partirà un percorso sul libro Io sono Zero di Luigi Ballerini.

 

Infine i ragazzi, se lo vogliono, possono scrivere le recensioni dei libri per il giornalino scolastico, il blog di classe (avete dato un occhiata al link Badia Legge? Quello è il blog di lettura avviato lo scorso anno) o creare recensioni creative come mini-libri, mini-sceneggiature o book-trailer.
Visto la potenza del Reading Workshop?
E questa non è che una minima parte.
Dicevo... setting d'aula e stimolo al pensiero critico.
Oltre alla metodologia sopra citata, altre esperienze possono essere molto utili.
Perché non lasciare che, a partire da un argomento dato, i ragazzi possano ragionare e discutere liberamente, con il docente che non corregge, né indirizza, né tantomeno giudica? L'unico suo unico ruolo è quello di fare il facilitatore.
Un po' una modalità simile alle sessioni di Philosophy for children, ma leggermente più libera, se vogliamo.
E non c'è certo bisogno di rimanere seduti ai propri posti per esprimere le proprie idee, anzi, il circle time, è risaputo, favorisce questa modalità di discussione.


I ragazzi liberi di esprimere le loro idee e i loro pensieri sulla tematica dei diritti umani

E, sempre a proposito di diritti umani e di dislocazione diversa dall'ordinario, qui i ragazzi si sono espressi prima per scritto, poi leggendo di fronte alla videocamera del cellulare, sul fenomeno migratorio in maniera piuttosto originale: a turno fuori dall'aula hanno registrato i loro interventi, poi hanno assemblato tutto in un montaggio video artigianale ma molto curato, completo di musica di sottofondo e immagini esplicative del percorso raccontato.
Seduti al loro banco, scrivendo/parlando esclusivamente dai loro posti, non avrebbero mai potuto produrre materiali simili.
Sì, quindi, a dare via libera alla loro vena espressiva originale e creativa!
Sì, quindi, alla destrutturazione degli ambienti scolastici fissi che poco favoriscono il dialogo e l'interazione.
Sì, quindi, a permettere ai ragazzi di svolgere attività programmate in cui non si debba esclusivamente stare seduti ai propri posti.