mercoledì 9 marzo 2016

Iliade scrittura creativa


ILIADE: SCRITTURA CREATIVA
DIVERTIAMOCI A LEGGERE ALCUNI LAVORI DEI RAGAZZI

INTERVISTE IMPOSSIBILI
3 DOMANDE AD OMERO, ACHILLE, ETTORE e PRIAMO

Io: Spettabilissimo signor Omero, cosa la spinse a scrivere l’Iliade?
Omero: Era tanto tempo che volevo raccontare l’uccisione di Ettore per mano di Achille, avvenuta in maniera brutale e forse volevo far vedere le conseguenze negative che può provocare l’ira – il sentimento provato da Achille – e mandare il mio messaggio alle generazioni future.
Io: Perché ha scritto anche l’Odissea?
Omero: In quel caso volevo raccontare tutte le avventure fantastiche che mi venivano in mente e che aveva provato Ulisse, un personaggio che mi sta molto simpatico, nel  viaggio di ritorno alla sua isola
Io: Quando ha scritto queste due opere?
Omero: Quando ho scritto l’Iliade ero molto giovane, mentre l’Odissea l’ho scritta da più grandicello
(Sara F.)
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Io: Spettabilissimo signor Achille, dopo che ha detto al suo capo Agamennone che avrebbe lasciato l’esercito acheo si è pentito di questa scelta?
Achille: No, perché non ritengo giusto combattere per chi non ha il coraggio di scendere in campo e per chi non sa riconoscere il valore dei suoi uomini.
Io: Come mai questo odio verso Ettore?
Achille: Come mai? Ha ucciso il mio amico Patroclo! E gli ha pure preso l’armatura (che era la mia!)
Io: Ma addirittura non voler restituire il corpo, già pesantemente offeso, al padre… non le sembra di aver esagerato?
Achille: Forse un pochino… ma se mi prende l’ira non mi controllo più!
(Filippo V.)
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Io: Spettabilissimo signor Ettore, cosa ha provato quando sua moglie Andromaca le supplicava di restare e rinunciare a combattere con gli Achei?
Ettore: Beh… ero triste, certo, perché sapevo che non l’avrei più rivista, però ero troppo orgoglioso e anche preoccupato che potesse diventare schiava.
Io: Come si è sentito quando si è avvicinato a suo figlio e lui si è ritirato?
Ettore: Non mi sono rattristato né arrabbiato, era un bambino piccolo ed era normale che si fosse impaurito dell’elmo che avevo in testa.
Io: Cosa ha provato quando ha visto arrivare Achille sul campo di battaglia?
Omero: Ho avuto un po’ di paura ad affrontarlo, lui era arrabbiatissimo con me! Però temevo più della morte il fatto di non aver avuto la sicurezza di restituire le mie spoglie a mio padre Priamo per poter avere un bel funerale e infatti avevo ragione perché mio padre ha penato non poco per vedersi restituire il mio corpo. 
(Ginevra D’I.)
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Io: Spettabilissimo signor Priamo, come si è sentito quando ha saputo che suo figlio Ettore era morto?
Priamo: Mi sono sentito molto triste perché Ettore era un uomo forte e valoroso, ma soprattutto era mio figlio.
Io: E quando ha saputo che sarebbe andato in battaglia contro Ettore?
Priamo: Non l’ho presa bene. Sia io che lui sapevamo come sarebbe finita, ma il pericolo di morte fa parte della vita di un eroe e in battaglia l’onore conta più di tutto.
Io: Ha provato a convincerlo a rinunciare a combattere?
Priamo: No, sapevo che  non sarebbe servito a niente. Per lui l’onore contava più di qualsiasi altra cosa.
(Eugenio C.)


IMMAGINA DI ESSERE ANDROMACA
E RACCONTA UN PO' DELLA TUA VITA

Mi chiamo Andromaca, sono la moglie di Ettore e la madre di un bambino bellissimo chiamato Astianatte.
So già che resterò vedova perché mio marito Ettore verrà ucciso in guerra dal terribile Achille, già responsabile della morte dei  miei genitori e dei miei sette fratelli.
Io non vorrei che mio marito Ettore andasse in battaglia perché so che rimarrò sola con un bambino da sfamare e da proteggere, ma questo è il fato e nessuno può fare nulla per cambiarlo.
Prima che scoppiasse questa terribile guerra e mio marito si arruolasse avevo una vita molto felice.
Tutti i giorni mi alzavo contenta perché salutavo mio marito e il mio bambino, poi scendevo in cucina per preparare la colazione ai miei familiari a base di latte di mandorle e panzerotti ripieni.
Poi andavo nel mio orto per raccogliere le verdure da cucinare per pranzo e continuavo la giornata lavorando al telaio e parlando con le mie ancelle.
Ora la mia vita è cambiata e so già che il mio Astianatte crescerà senza un padre, anche se sono convinta che diventerà coraggioso proprio come il mio Ettore.
(Sara A.- Giulia Z. – Alice N. – Maria M.)
 
 
L’EPISODIO DI ETTORE E ANDROMACA
 DAL PUNTO DI VISTA DI ASTIANATTE
Quando ero in braccio a mia madre Andromaca vidi mio padre Ettore, bello come il sole, venire verso di noi.
Mio padre non parlava, ma era sorridente.
Mia madre, appena gli fu vicina, piangendo, gli prese la mano e gli disse che doveva avere pietà di me e che lei temeva di rimanere vedova. Gli disse anche che, avendo perso i suoi genitori e i suoi fratelli, temeva di perdere anche lui, suo unico punto di riferimento.
Lo supplicò infine di restare, ma mio padre le rispose che si vergognava ad abbandonare la guerra e voleva continuare a combattere nell’esercito troiano perché glielo imponeva il suo onore e anche per rendere gloria a mio nonno Priamo.Disse anche che non avrebbe mai sopportato vedere mia madre diventare schiava degli achei.
Poi mio padre si voltò verso di me e mi tese le braccia.
Io avevo paura del suo elmo e mi strinsi forte alla nutrice; i miei genitori allora si misero a ridere e mio padre si tolse l’elmo deponendolo a terra, quindi mi prese in braccio e mi baciò. Poi, sollevandomi in alto, pregò Zeus affinché diventassi come lui, anzi più forte di lui, infine mi lasciò nelle braccia di mia madre e, mentre lei piangeva, la rassicurò e la invitò a tornare a casa.
(Sofia M.)
Mio papà Ettore, dopo aver parlato un po’ con mia madre Andromaca, tese le braccia verso di me, ma io non volli andargli in braccio perché ebbi paura di quel pennacchio grande che aveva in testa, sull’elmo, e gli voltai le spalle abbracciando con forza la mia nutrice. Lui si mise a ridere e io non capì il motivo, poi vidi che si tolse quello strano pennacchio e mi prese tra le braccia. Devo dire che senza quell’affare non avevo più paura e stavo bene con lui. Ad un certo punto mi baciò anche la fronte e, sollevandomi un po’ in aria, fece una preghiera al grande Zeus dicendogli di proteggermi e di farmi diventare forte più di lui. Poi mi posò in braccio alla mamma che stava piangendo e rivolse verso di lei delle parole molto dolci per provare a renderla meno afflitta, poi le disse di tornare a casa per occuparsi dei lavori domestici. Quella fu l’ultima volta che lo vidi.
(Elena P.) 
 
INVENTA UN FINALE DIVERSO PER LO SCONTRO TRA ETTORE E ACHILLE, IMMAGINA CHE TRA I DUE FINISCA IL RANCORE E COMINCI UNA BELLA AMICIZIA
 
Nel pieno della battaglia, quando Achille stava per dare il colpo finale ad Ettore, avvenne una cosa strana: Achille ebbe una specie di apparizione, in cui una dea gli disse: “Non uccidere il tuo nemico, gettarlo nell’Ade non ti farà stare meglio, farà solo soffrire tante persone inutilmente. Fidati Achille, risparmialo, ti prometto che non te ne pentirai”.
A quel punto Achille posò la spada e si avvicinò ad Ettore, che era stupito del suo gesto ma ancora impaurito, poi lo guardò e gli tese la mano. Ettore era confuso e stava zitto.
Achille gli disse: “Lasciamo da parte i nostri rancori, già troppe persone sono morte in questa guerra… noi due siamo i guerrieri più valorosi del nostro esercito, non facciamoci del male. Possiamo provare a diventare amici?”
Ettore, dopo avergli dato la mano, rispose: “Amici!” e tra i due tutti i contrasti finirono per sempre.
(Ginevra D’I.)
Ettore e Achille si stavano scontrando in un duello terribile, poi Achille sbagliò il colpo, allora Ettore si rianimò e pensò che forse era ancora presto per morire.
Attaccò a sua volta Achille con la spada e iniziò una lunghissima battaglia.
Quando il sole era tramontato i due ancora combattevano e ad un certo punto, sfiniti dalla stanchezza, caddero per terra.
Questa scena li fece sorridere e si misero a parlare insieme, senza trattarsi da nemici.
Achille scoprì tante cose di Ettore, ad esempio che aveva lasciato a casa una giovane moglie e un figlio piccolo, e improvvisamente si commosse.
I due decisero di non combattere più e addirittura diventarono amici.
(Filippo V.)
Mentre Ettore e Achille stavano combattevano, Achille si accorse che Ettore era stato ingannato perché stava scomparendo suo fratello Deifobo.
All’inizio pensò che questo inganno poteva rivelarsi un punto a suo vantaggio, ma volle essere leale e spiegò l’accaduto ad Ettore.
Costui che lo ringraziò e i due fecero la pace, o cosi credeva Ettore.
Si fece tardi e, mentre decidevano dove andare, si accamparono lì.
Ma Achille durante la notte si svegliò e uccise Ettore.
E’ proprio vero che se il fato decide che sia arrivata la tua ora non c’è niente che si possa fare per cambiarlo!
(Eugenio C.)
 
ED ORA... SPAZIO AD ALTRE FORME ESPRESSIVE
 
IL FUMETTO
 
(Ginevra) 
 
(Filippo)
 
(Sara)
 
LA PITTURA
RIPRODUZIONE DEL DIPINTO "ETTORE E ANDROMACA" DI DE CHIRICO
 
(Sara)
 
(Elena)
 
(Filippo)
 
 
E infine... libretti informativi sull'Iliade per tutti!! Ovviamente creati dai ragazzi, e da chi se no?
 
 

 
 
 
 



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