Dragoni Prof
domenica 17 marzo 2024
Da Gertrude ai disturbi alimentari
martedì 13 febbraio 2024
Conversazione sul fascismo
- il fascismo è nato durante la seconda guerra mondiale?
- Sicuramente vedere tutta quella gente che lo adorava gli dava soddisfazione, ma siete proprio sicuri che vederlo oggi, con voi che magari vi ritrovate nelle stesse condizioni di quando era al potere, vi farebbe piacere?
lunedì 12 febbraio 2024
I (nostri) Promessi Sposi
Visto che dovevamo fare un compito sui Promessi Sposi realizzando un video su uno degli episodi letti in classe, noi cinque ci siamo ritrovati a casa di S. e abbiamo deciso tutti insieme come procedere. Dopo aver riletto l’episodio della monaca di Monza, abbiamo deciso di rappresentarlo e ognuno di noi ha scelto il personaggio da impersonare e suo ruolo ben preciso: E. era Gertrude, T. la madre, G. il padre, S. la madre badessa e G. il paggio. Ci siamo occupati dei costumi in questo modo: E. aveva preso una parrucca (che dalla foto sembrava molto più bella, infatti quando l'ha indossata aveva i capelli crespi crespi), due magliette - una bianca e una nera - che servivano per il velo ed un vestito nero della sua mamma che serviva per la tonaca; S. si era messo una maglietta in testa per fare la madre badessa, T. lo stesso per impersonare la mamma di Gertrude, G. aveva una pannuccia amaranto (che gli hanno dato allo stadio di calcio visto che l'amaranto è il colore dell'Arezzo), un mestolo e una padella offerte gentilmente dalla mamma di S., e G. che aveva una giacca grigia elegante per sembrare più grande e autorevole, visto che doveva fare il padre di Gertrude. Per fare le scene abbiamo usato la location di casa di S. e per registrare il video completo abbiamo impiegato due ore. La scena che ha richiesto più tempo è quella del paggio insieme a Gertrude, perché un arciere anonimo lanciava frecce da dietro un albero. Chi era l’arciere? Il padre di Gertrude! L’arco non serviva nella scena (infatti mica se ne parla di questo nel romanzo!), ma visto che eravamo tutti insieme, ci siamo divertiti anche a farci gli scherzi e questo ha allungato le riprese di quasi un’ora! Ci siamo mangiati anche una merenda buonissima, preparata dalla mamma di S. che ci ha ospitato, e alla fine ci siamo salutati con una bella partita di nascondino. È stato un sabato molto divertente e qui potete vedere il video che abbiamo realizzato:
Un’occasione dove posso mettere in atto le mie capacità? Non se ne trovano troppo spesso, quindi quando ce ne troviamo una di fronte qualcuna, mai lasciarsela scappare! Ho avuto l’opportunità di lavorare con dei miei piccoli talenti: la recitazione e, anche se considerato mediocre da qualcuno, la mia capacità di fare video ed editarli. Al contrario di quello che si può pensare, editare non è assolutamente facile. L’applicazione che utilizzo si chiama CapCut, anche se molte persone che lavorano nel mondo dell’editing la considerano un’app poco funzionale. All’inizio, intorno alla prima media, quando avevo appena iniziato ad usarla, lo pensavo anche io, ma solo perché dovevo ancora imparare a conoscerla. In questi anni ho imparato ad utilizzarla molto meglio in tutte le sue particolari impostazioni e mi trovo molto bene. Più il tempo passa e più imparo, e così le mie capacità di editing migliorano. Ma sapete, non basta un buon editing per avere un video ben fatto! Perché, per applicare le modifiche in un video e ricavarci qualcosa di buono, deve essere il video in sé già ben strutturato. È sempre necessario, per queste cose, avere uno schema scritto o mentale su ciò che abbiamo intenzione di fare, passo dopo passo. Quando arriva il momento di mettere lo schema in atto, ci saranno molto probabilmente delle modifiche da inserire, come succede sempre a me, ma se abbiamo comunque un’idea di ciò che dobbiamo fare, eseguire un leggero cambiamento non causerà problemi. Ma cosa è successo dietro alle quinte di questo mio video? Come ho già detto, serve uno schema, scritto o mentale e la settimana prima delle riprese ho strutturato le mie idee ogni giorno. Ho considerato cosa fosse fattibile e cosa no, i luoghi in cui registrare, i vestiti da utilizzare, che cosa esattamente dire, come riprendere le varie scene, la durata approssimativa del video e taaaaaaaaanto altro! Considerando una cosa fondamentale: AVREI RAPPRESENTATO DA SOLA TUTTI I PERSONAGGI CHE AVEVO IN MENTE DI RAPPRESENTARE! Sabato 27 gennaio sono riuscita concretamente a mettere in atto tutti i miei piani. Non ho registrato le scene in ordine cronologico, ma in base alle mie necessità. Mentre stavo registrando le prime due scene, la telecamera mi ha mandato una scritta che diceva “spazio nella memoria interna esaurito”. Ho osservato un attimo la scritta “spazio esaurito” e ho pensato: “Ah, vabbè... tolgo la scheda e la svuoto nel pc.” Poi ho riletto la scritta, concentrandomi su “memoria interna”. Aspe... memoria interna? IN CHE SENSO? E in quel momento ecco... sono praticamente finita nel panico! La videocamera possiede la memoria interna e la scheda di memoria. Non sono un tecnico, non so la motivazione di questa cosa, ma è così e basta. Ciò che sapevo di sicuro era questo: non sapevo come spostare i video della memoria interna nel pc! La scheda di memoria è un piccolo rettangolo che tiro fuori dalla telecamera, inserisco nel computer e prendo i dati. La memoria interna? Boh! La mia preoccupazione derivava dal fatto che nella memoria interna avevo registrato la parte più importante di tutto il video: il litigio fra Don Rodrigo e Fra Cristoforo. Per prima cosa sono andata nelle impostazioni ed ho subito selezionato la scheda di memoria. Poi, in crisi, sono corsa dal mio babbo, per chiedere aiuto. Non poteva aiutarmi in quel momento, quindi mentre aspettavo che fosse disponibile, ho registrato le altre scene. Arrivata la sera del sabato, ero riuscita a fare solo un’altra parte del video, che era pure venuta male perché l’avevo registrata troppo in fretta. Quando la sera sono finalmente riuscita a recuperare i video, ho iniziato un po' di editing. E qui ho realizzato quanto una di queste scene fosse venuta male. Per risolvere questo problema e far comunque comprendere più o meno cosa succede, ho fatto una scena in sostituzione di quella precedente. A causa dei vari problemi tecnici, ho dovuto concludere le riprese la domenica. La sera del 28 gennaio, alle 23 in punto, il video era finalmente completo. Ce l'avevo fatta!! Sono riuscita, nonostante i problemi, a ottenere un bellissimo lavoro ed ero fiera di me! Qui sotto vi lascio il video che ho realizzato e volevo aggiungere che, facendo questo compito, ho imparato mole cose che non sapevo e che so che mi torneranno utili in futuro. Come dico nel video, l'immaginazione per me è un fondo senza fine. Sono queste cose che danno ai miei sogni l’opportunità di diventare realtà. Sono fiera del mio impegno e so che questa è stata una cosa che mi porterò sempre col cuore. Buona visione.
mercoledì 13 dicembre 2023
Silenzio in aula: ragazzi e debate
Qualche settimana fa ho riscontrato in classe un tale coinvolgimento nella discussione pro e contro la musica trap, che ho deciso di indirizzare questo interesse verso finalità didattiche: testo argomentativo, esercizio del pensiero critico e sessione di debate.
Credo che sia andata bene, almeno da ciò che scrive S.
Stavolta la narrazione dell'esperienza la lascio alla voce dei ragazzi: a raccontare com'è andata sarà proprio S.
Buona lettura
“Silenzio in aula!”
È un peccato non
averlo potuto dire, se devo essere sincera!
Un po' tutti abbiamo
sognato di essere in un tribunale, in giacca e cravatta, ad urlare “obiezione!”
( e con tutti - molto probabilmente -
intendo solo io).
Ma il sogno della me
di 8 anni, si è realizzato in classe.
Dopo una discussione
avvenuta in aula sulla musica trap, noi compagni ci siamo schierati su due
fronti: da una parte i favorevoli e, dall’altra, i contrari.
Io, ad esempio, sono
contraria e mi sono inserita nel primo gruppo.
Abbiamo diviso la
classe in: gruppo pro-trap, gruppo conto-trap e giudici.
Perché anche i
giudici? Perché c’è stato bisogno di una giuria!
Ci è stata data la
possibilità di sperimentare una specie di ricostruzione di un processo in un
tribunale, con arringhe da avvocati e di sentenze emesse da una giuria, che in
termini più “scolastici” si chiama DEBATE. Una cosa spaziale, raga!
In un’aula al secondo
piano della nostra scuola, che aveva le sedie con le ruote così che potevamo
riunirci meglio per discutere, ci siamo divisi in quelle tre parti di cui
parlavo e i gruppi a favore e pro hanno presentato le loro argomentazioni a
sostegno della rispettiva TESI.
Proprio come fanno
gli avvocati in tribunale, le tesi sono state argomentate e prima ancora sono
state preparate, con documentazioni varie da presentare direttamente alla
giuria.
Ogni gruppo si è
riunito a cerchio e si è consultato prima di iniziare.
Nel mio gruppo, per
esempio, come documentazione ho portato diversi testi, le così dette “prove dei
fatti” (ovvero alcuni testi delle canzoni trap e qualche articolo di giornale),
e le ho condivise con agli altri.
Dopo il confronto, è iniziata la simulazione della sentenza.
Un gruppo dopo
l’altro ci siamo espressi, contrastando le nostre posizione, imparando ad
utilizzare un lessico specifico e ad aspettare il proprio turno per
controbattere.
La volete sapere la
cosa più bella?
Io e altri ci eravamo
anche vestiti eleganti! Giusto per calarci meglio nei personaggi che stanno a simboleggiare la legge!
I giudici poi si sono riuniti e, in base alle argomentazioni ascoltate, le prove mostrate e il modo di esporre, hanno scelto il vincitore.
Ha vinto il gruppo
dei contrari, quello in cui ero io, soprattutto perché avevamo procurato delle
prove più numerose rispetto ai favorevoli (questo ha espresso nella sentenza la giuria), ma abbiamo tutti accettato la
vittoria con sportività e siamo usciti dal personaggio di avvocato per tornare
ad essere i compagni di classe di sempre.
È stata un esperienza spaziale, che mi ha fatto capire bene come delle persone mature dovrebbero confrontarsi (e mi ha fatto capire anche che questo potrebbe diventare il mio mestiere, perché no?)
È stata anche una
esercitazione sul testo argomentativo, svolta in forma orale.
Ottimo modo per
imparare la struttura di questo genere testuale in modo divertente!
Davvero un’idea
geniale!
Spero di replicare esperienze simili e spero anche di riuscire a dire “Silenzio in aula” nel prossimo Debate!
Io scrivo, tu scrivi, noi scriviamo: un esperimento di scrittura collettiva
Il giullare, prima della trasformazione, lavorava alla
corte del re intrattenendo lui e i suoi figli, il principe e la principessa. Il
giullare però si innamorò della principessa e, quando il re lo scoprì, chiamò a
corte uno stregone, lo ricompensò con un sacco di soldi in cambio di una
maledizione: il giullare sarebbe dovuto diventare un rospo per l’eternità. E
così avvenne. Non solo: il rospo sarebbe stato invidioso di qualsiasi coppia di
innamorati a cui avrebbe riservato dispetti e cattiverie.
Motivazione della trasformazione del giullare n. 2
Il giullare, prima della trasformazione, lavorava alla
corte del re intrattenendo lui e la regina, sua moglie. Un giorno la regina si
offese per una battuta spiritosa del giullare e il re decise di dargli una
punizione: chiamò uno stregone che viveva nel bosco, e che odiava i giullari,
per ucciderlo, ma lo stregone disse che era esagerato uccidere qualcuno per una
battuta. Allora il re chiamò la principessa, sua figlia, che viveva lontano e
che era un’abile maga capace di usare pozioni magiche. La ragazza, così, lo
trasformò per l’eternità in un rospo brutto e cattivo.
Continuazione della storia e finale n.
1
Il rospo si accorse che Alessia somigliava molto alla principessa di cui si era innamorato, così si rivolse al vecchio stregone (quello che aveva chiamato il re per ucciderlo e che gli aveva salvato la vita) e, convinto che fosse la stessa ragazza reincarnata, la voleva riportare con lui indietro nel tempo, quando era ancora giullare, per vivere con lei in un castello lontano da tutti. Era convinto che fosse la stessa ragazza perché faceva tutte le mosse da influencer anche quando era al castello: si vestiva elegante perfino per andare a dormire, le piaceva farsi ammirare al ballo e riceveva moltissimi complimenti (che ora erano diventati like). Lo stregone gli fece apparire un portale in cui il rospo avrebbe potuto far entrare la ragazza per farla tornare indietro nel tempo. Quando Alessia e Marco passarono vicino al portale (che era in una strada secondaria di Milano dove i due passeggiavano tutte le sere), il rospo fece partire un altro incantesimo preparato dallo stregone: il pianto del cane Dora che sembrava provenire proprio da lì. Alessia, visto che credeva che il suo cane fosse in pericolo, stava per precipitarsi dentro il portale, ma Marco, che aveva intuito che c’era qualcosa di strano, colpì il portale con il pallone da basket che aveva con sé e, con la sua precisione da cestista, lo fece saltare in aria. I due ragazzi erano salvi, ma lo stregone, che prima odiava i rospi ma ora gli stavano simpatici, decise di accontentare anche il rospo: gli fece conoscere una bella rana, così avrebbe smesso di essere invidioso. Tutti vissero felici e contenti, sia Alessia e Marco che il rospo e la sua fidanzata rana.
Continuazione della storia e finale n. 2
Di prima mattina, quando ancora molti milanesi dormivano, Marco e Alessia decisero di fare una passeggiata lungo i Navigli insieme al cane Dora. Il rospo li vede e immediatamente passò all’azione: proprio quando tutti e tre si trovavano vicini al bordo di un canale, balzò sopra le loro teste e li spaventò così tanto da farli cadere in acqua. Purtroppo solo il cane sapeva nuotare e i due ragazzi stavano per affogare. Marco, interessato solo a giocare a basket, non era mai andato a fare corsi di nuoto, mentre Alessia, desiderosa solo di ottenere like, si fotografava spesso a bordo piscina con il costume da bagno, ma non si immergeva mai in acqua per non rovinare il trucco e i capelli, quindi non aveva imparato a nuotare nemmeno lei. Forse se a Milano ci fosse stato il mare si sarebbero decisi a frequentare qualche corso di nuoto, ma il mare non c’è, quindi niente. Il cane, però, riuscì a risalire in strada e, con i suoi forti guaiti, attirò l’arrivo di un super-eroe che, volando nei cieli sopra i Navigli, venne a salvare Marco e Alessia appena in tempo. I due ragazzi, felici di essere sopravvissuti, decisero di sposarsi prima possibile e il matrimonio avvenne pochi giorni dopo alle Bahamas. I regali di nozze furono costosissimi – Marco e Alessia avevano parenti molto ricchi –, infatti ricevettero una villa di quattro piani, con cuccia fucsia per Dora, e una Ferrari fiammante. Il rospo però era ancora più invidioso, quindi decise di nuovo di passare all’azione. Durante il matrimonio arrivò all’improvviso e spaventò tutti gli invitati. Ma ancora una volta venne in aiuto il cane che, senza ricorrere al super-eroe ma a un suo amico serpente, dette un morso al rospo mentre il serpente lo teneva fermo, dicendogli che, se si fosse di nuovo ripresentato, lo avrebbero ucciso e poi fatto schiacciare dalle ruote della Ferrari. Il rospo ebbe paura di queste minacce e sparì per sempre, mentre Marco e Alessia vissero per sempre felici e contenti.